A Monticchio laghi, riserva naturale protetta e sito archeologico di grande pregio, all'interno dell'antica caldera del Vulture - un vulcano dormiente da oltre 130.000 anni - si trova il Museo di Storia Naturale del Vulture, ospitato nell'Antica Abbazia dedicata al culto di San Michele.

Il Museo

Nel museo si racconta la storia del vulcano. Gli allestimenti sono stati immaginati e realizzati come un percorso a ritroso nel tempo, che parte dai nostri giorni e arriva ai terremoti e le esplosioni che contribuirono a costituire il primordiale cono vulcanico, circa 750.000 anni fa. Guide ideali di questo cammino sono le muse della natura: Fauna, Flora e Gea.
Dal 2019 il Museo è stato arricchito di una sezione archeologica con reperti provenienti dal sito di Tuppo dei Sassi, dal Bacino di Atella e dal Monastero di Sant’Ippolito di Monticchio. Visitandolo vi accorgerete che il Museo è parte del contesto naturale che racconta: dalle finestre e dai terrazzi vi appariranno molti degli interpreti della storia narrata.


La storia

Il Museo di Storia Naturale del Vulture occupa i primi due piani e parte del terzo dell’Abbazia. Al quarto e ultimo livello è presente la chiesa con la Grotta dell’Arcangelo Michele. La struttura è collocata nel luogo in cui anticamente, tra il decimo e la metà dell’undicesimo secolo, si stabilì una fraternità di monaci Basiliani di rito orientale, che realizzarono una “laura”, eleggendo la Grande Grotta a Santuario di San Michele.
Nel 1059 giunse a Monticchio Papa Niccolò II, il quale, in occasione di un concilio tenutosi a Melfi, consacrò al culto latino il Santuario con la sua piccola edicola dagli ornamenti bizantini. Nel XVII secolo, nell’Abbazia s’insediarono i Frati Cappuccini, che vi rimasero fino al 13 agosto 1886, giorno in cui furono soppresse tutte le corporazioni religiose, le cui proprietà vennero requisite dallo Stato. Solo con il Concordato una parte della Badia (la chiesa e alcuni locali annessi) fu restituita alla Chiesa.

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